

Storia e sostenibilità.
Una tenuta che si estende su cinque colli, vigneti disposti ad anfiteatro che valorizzano il territorio e lo rendono unico, una Villa del 1521 e una disseminazione di testimonianze iconografiche che legano l’agricoltura a un passato glorioso convivono con moderne tecniche agronomiche e un approccio vitivinicolo sostenibile.
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Terroir
La tenuta sorge nella parte sud-est della denominazione ai confini con l’Umbria e il Lago Trasimeno.
I vigneti godono di una ricca serie di esposizioni e di suoli che conferiscono note e sfumature diverse alle selezioni di uve.
In epoche preistoriche queste erano vallate piene d’acqua, poi asciugate, rendendo i terreni ricchi di sabbie (arenarie), argille (ricche di sale) e preziosi depositi di limo.
Oggi il freddo clima continentale dell’entroterra toscano incontra quello del lago, che esercita un’influenza positiva mitigandone la rigidità.
Su questi suoli e con questo particolare microclima, il sangiovese biotipo prugnolo ritarda la sua maturazione dando origine a vini che si caratterizzano per una particolare ricchezza di frutto, sapidità e rigore tannico.

Anno
di fondazione
Le rose che danno il nome alla tenuta e che compaiono nello stemma di famiglia del vescovo Jacopo Vagnucci
Primo anno di produzione del Vino Nobile di Montepulciano Santa Caterina
Novembre. Giorno in cui si festeggia Santa Caterina d’Alessandria, protettrice dei raccolti. Un legame così forte tra religione e agricoltura ha assunto per Tenuta Trerose un valore indiscusso, tanto da dedicare alla Santa il nome del vigneto dal quale si ricava il Vino Nobile di Montepulciano di annata
Anno della prima
vendemmia bio al 100%

